FEDRO (20 ca a.C. - 50 ca d.C.)
Poco sappiamo della sua vita: solo quello che egli stesso ci dice nella sua opera.
Di origine servile e greca, probabilmente della Macedonia dove era nato verso il 20 a.C., Fedro venne a Roma, quale schiavo di Augusto, e fu educato nelle lettere greche e latine; poi affrancato (è detto, infatti, libertus Augusti).
Sotto Tiberio subì la persecuzione del potente ministro dell'imperatore, Seiano, che gli intentò un processo per presunte allusioni offensive alla sua persona. Da questo processo Fedro uscì indenne.
Il favolista visse almeno fino al regno di Claudio e quindi la sua morte e da collocarsi intorno al 50 d.C..
Delle favole di Fedro circolavano nell'antichità 5 libri; a essi, nel secolo XVIII, sono state aggiunte trenta favole scoperte dall'umanista Niccolò Perotto nel sec. XV (Appendix Perottina). Più recentemente si è tentato di riconoscere altre favole di Fedro nell'immensa congerie della favolistica latina del Medioevo, quando il successo della sua opera fu grande e numerosi fiorirono gli imitatori.
Primo autore di favole della letteratura latina, Fedro risale alle raccolte di favole greche allora correnti sotto il nome di Esopo e le traspone in versi giambici e in un latino corretto, secondo le linee dell'età augustea, ma già con alcuni caratteri dell'età successiva (frequenti per esempio le espressioni astratte). Protagonisti delle favole sono, di solito, gli animali, in vesti di facili allegorie, e talvolta le piante. Fedro, però, aggiunge qualche favola, con personaggi anche reali, che sono veri e propri episodi del suo tempo. I racconti nascono da una reazione popolare, con la rivendicazione dei diritti degli umili contro i soprusi dei potenti.
In tal senso l'opera di Fedro è anche fortemente autobiografica e proprio la carica personale di sofferenza, di umiliazioni e di fierezza gli toglie la possibilità di una poesia distesa e gli dà un'asprezza che lo avvicina ai poeti satirici.
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La vita
Poco sappiamo della sua vita: solo quello che egli stesso ci dice nella sua opera.
Di origine servile e greca, probabilmente della Macedonia dove era nato verso il 20 a.C., Fedro venne a Roma, quale schiavo di Augusto, e fu educato nelle lettere greche e latine; poi affrancato (è detto, infatti, libertus Augusti).
Sotto Tiberio subì la persecuzione del potente ministro dell'imperatore, Seiano, che gli intentò un processo per presunte allusioni offensive alla sua persona. Da questo processo Fedro uscì indenne.
Il favolista visse almeno fino al regno di Claudio e quindi la sua morte e da collocarsi intorno al 50 d.C..
Le opere
Delle favole di Fedro circolavano nell'antichità 5 libri; a essi, nel secolo XVIII, sono state aggiunte trenta favole scoperte dall'umanista Niccolò Perotto nel sec. XV (Appendix Perottina). Più recentemente si è tentato di riconoscere altre favole di Fedro nell'immensa congerie della favolistica latina del Medioevo, quando il successo della sua opera fu grande e numerosi fiorirono gli imitatori.
Giudizio
Primo autore di favole della letteratura latina, Fedro risale alle raccolte di favole greche allora correnti sotto il nome di Esopo e le traspone in versi giambici e in un latino corretto, secondo le linee dell'età augustea, ma già con alcuni caratteri dell'età successiva (frequenti per esempio le espressioni astratte). Protagonisti delle favole sono, di solito, gli animali, in vesti di facili allegorie, e talvolta le piante. Fedro, però, aggiunge qualche favola, con personaggi anche reali, che sono veri e propri episodi del suo tempo. I racconti nascono da una reazione popolare, con la rivendicazione dei diritti degli umili contro i soprusi dei potenti.
In tal senso l'opera di Fedro è anche fortemente autobiografica e proprio la carica personale di sofferenza, di umiliazioni e di fierezza gli toglie la possibilità di una poesia distesa e gli dà un'asprezza che lo avvicina ai poeti satirici.
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