TANTALO
Più che per le gesta compiute, Tantalo ai nostri giorni è conosciuto soprattutto in virtù della pena che gli fu inflitta dagli dei, il famoso "supplizio di Tantalo".
In ogni modo, Tantalo, ricchissimo sovrano re della Frigia, era figlio di Zeus, il re degli dei. Sposò Dione, dalla quale ebbe due figli: Niobe, famosa per la sua numerosa prole e punita da Apollo e Diana per aver deriso la loro madre, e Pelope, nonno di Menelao ed Agamennone. Tantalo era molto benvoluto dalle divinità dell'Olimpo, probabilmente non solo in virtù dei suoi illustri natali, e, spesso e volentieri, era invitato alla mensa divina pur non essendo un dio.
Questa benevolenza e la familiarità con cui era trattato, purtroppo alla lunga insuperbirono Tantalo e lo indussero a comportamenti irriguardosi verso gli dei fino al punto da compiere azioni che lo condussero inevitabilmente verso la rovina. Alcune sue azioni erano volte a migliorare l'esistenza umana, altre, invece, erano veri e propri sacrilegiTra l'altro Tantalo rubava ambrosia e nettare agli dei dell'Olimpo e la donava agli uomini e, soprattutto, rivelava ai mortali le notizie che veniva a sapere in quanto commensale della mensa divina, notizie che gli uomini non avrebbero mai dovute venire a sapere. Non contento di questo, o forse proprio come conseguenza delle sue azioni, Tantalo arrivò al punto da mettere in dubbio l'onniscienza degli dei e volle mettere alla prova le loro capacità . Per questo motivo imbandì loro le carni del figlio Pelope. Gli dei, però, si accorsero dell'orrenda azione di Tantalo e, tranne Cerere, non mangiarono le carni del povero ragazzo, anzi Ermes riportò in vita il fanciullo. Gli dei, ovviamente, furono inorriditi per il gesto di Tantalo e decisero di punirlo. Per questo lo precipitarono nel Tartaro e lo condannarono a patire eternamente il famoso "Supplizio di Tantalo". Questa punizione consisteva nel soffrire in eterno la fame e la sete stando immerso in un lago e sotto un albero di frutta senza poter mai raggiungere né l'acqua né la frutta che al suo protendersi si allontanavano.
Come detto, Tantalo è un personaggio puramente mitologico e, di conseguenza, non è collocabile in nessuna realtà storica e concreta. Volendo, però, trovare in ogni modo l'epoca in cui avrebbe dovuto essere vissuto, possiamo dire che, essendo Menelao ed Agamennone suoi pronipoti in quanto figli di Atreo, a sua volta figlio di Pelope, le sue gesta dovrebbero collocarsi tre generazioni prima di quella che combatté la guerra di Troia e quindi nella seconda metà del secolo XIV a.C..
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Più che per le gesta compiute, Tantalo ai nostri giorni è conosciuto soprattutto in virtù della pena che gli fu inflitta dagli dei, il famoso "supplizio di Tantalo".
In ogni modo, Tantalo, ricchissimo sovrano re della Frigia, era figlio di Zeus, il re degli dei. Sposò Dione, dalla quale ebbe due figli: Niobe, famosa per la sua numerosa prole e punita da Apollo e Diana per aver deriso la loro madre, e Pelope, nonno di Menelao ed Agamennone. Tantalo era molto benvoluto dalle divinità dell'Olimpo, probabilmente non solo in virtù dei suoi illustri natali, e, spesso e volentieri, era invitato alla mensa divina pur non essendo un dio.
Questa benevolenza e la familiarità con cui era trattato, purtroppo alla lunga insuperbirono Tantalo e lo indussero a comportamenti irriguardosi verso gli dei fino al punto da compiere azioni che lo condussero inevitabilmente verso la rovina. Alcune sue azioni erano volte a migliorare l'esistenza umana, altre, invece, erano veri e propri sacrilegiTra l'altro Tantalo rubava ambrosia e nettare agli dei dell'Olimpo e la donava agli uomini e, soprattutto, rivelava ai mortali le notizie che veniva a sapere in quanto commensale della mensa divina, notizie che gli uomini non avrebbero mai dovute venire a sapere. Non contento di questo, o forse proprio come conseguenza delle sue azioni, Tantalo arrivò al punto da mettere in dubbio l'onniscienza degli dei e volle mettere alla prova le loro capacità . Per questo motivo imbandì loro le carni del figlio Pelope. Gli dei, però, si accorsero dell'orrenda azione di Tantalo e, tranne Cerere, non mangiarono le carni del povero ragazzo, anzi Ermes riportò in vita il fanciullo. Gli dei, ovviamente, furono inorriditi per il gesto di Tantalo e decisero di punirlo. Per questo lo precipitarono nel Tartaro e lo condannarono a patire eternamente il famoso "Supplizio di Tantalo". Questa punizione consisteva nel soffrire in eterno la fame e la sete stando immerso in un lago e sotto un albero di frutta senza poter mai raggiungere né l'acqua né la frutta che al suo protendersi si allontanavano.
Come detto, Tantalo è un personaggio puramente mitologico e, di conseguenza, non è collocabile in nessuna realtà storica e concreta. Volendo, però, trovare in ogni modo l'epoca in cui avrebbe dovuto essere vissuto, possiamo dire che, essendo Menelao ed Agamennone suoi pronipoti in quanto figli di Atreo, a sua volta figlio di Pelope, le sue gesta dovrebbero collocarsi tre generazioni prima di quella che combatté la guerra di Troia e quindi nella seconda metà del secolo XIV a.C..
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